venerdì 27 settembre 2013

Avviamento di un gestionale di Pino Pampararo

Pubblichiamo il contributo di  Pino Pampararo,  programmatore ed esperto di Software gestionale in campo odontoiatrico



Adottare un gestionale è sicuramente molto utile e conveniente per migliorare il lavoro all’interno dello studio odontoiatrico. Per  la sua buona riuscita bisogna porre un’attenzione particolare al il suo avviamento, perché questa fase può creare problemi, perdite di tempo e costi che possono addirittura superare la spesa iniziale.
L’introduzione un nuovo software coinvolge tutti i collaboratori dello studio, anche quelli meno predisposti verso le tecnologie informatiche. Però l’uso dei computer è solo parte del problema, infatti più o meno le stesse difficoltà si presentano anche nella migrazione da un gestionale ad un altro più nuovo.






L’avviamento sarà più semplice se si è impostato bene tutto il progetto. Bisogna scegliere un buon gestionale, ben disegnato, facile da usare e installarlo su un hardware adeguato. E’ importante disporre in modo corretto le postazioni di lavoro, il server e gli altri dispositivi. La regola fondamentale dice che il gestionale deve adeguarsi allo studio e non viceversa. Il software deve essere organizzato in moduli, così che si possa iniziare gradatamente, un modulo per volta in modo che gli utenti possano assimilare correttamente le modalità di utilizzo, prima di passare al successivo. Analogamente, bisogna assicurarsi la presenza di informatici esperti, tecnicamente preparati ma che soprattutto conoscano bene le problematiche di uno studio odontoiatrico ed è fondamentale che siano disponibili a seguire personalmente ogni fase dell’attività di avviamento. Il “training on the job” è la modalità più efficace di addestramento, in quanto permette di vedere applicate direttamente sul campo le pratiche caratteristiche dello studio.
In un ambiente di lavoro i cambiamenti difficilmente sono bene accetti, vengono spesso visti con diffidenza. E’ necessario affrontare subito l’argomento con il personale e rassicurarlo: “Alla fine non ci saranno grosse novità avremo solo uno strumento che ci permetterà di lavorare meglio…”. Fondamentale è condividere gli obiettivi prima di iniziare l’attività. Durante il percorso di avviamento  le riunioni periodiche  col personale saranno un’occasione per appoggiare la transizione, senza però trascurare le osservazioni che possono migliorare l’attività, incoraggiando chi partecipa con idee costruttive alla realizzazione del piano. L’avviamento  di un nuovo software necessita di tempo per impararne l’utilizzo , per inserire tutti i dati e per capire come gestire tutte le particolarità dello studio. Oltretutto ,visto che la vita normale dello studio non si ferma, è richiesto al personale un impegno maggiore che va riconosciuto e motivato: “Inserire tutti i dati dei pazienti è un lavoro noioso e faticoso, ma poi potremo eliminare tutte queste cartelle cartacee…”.

All’interno dello studio ci sono dinamiche tra i collaboratori, che si sono sedimentate nel tempo. Una novità come l’adozione di un gestionale può  essere una buona occasione per eliminare certe dinamiche non volute, però bisogna fare attenzione perché può anche creare delle situazioni dannose. L’introduzione di nuove tecnologie generalmente favorisce gli individui più giovani, più flessibili e ben disposti a questo tipo di novità. Tuttavia bisogna fare in modo che questi cambiamenti non  sfavoriscano le  assistenti con più anni di esperienza : anche se meno pronte al cambiamento , queste godono del favore e della confidenza   dei pazienti che conoscono da tanti anni e con la loro esperienza trasmettono un immagine positiva dello studio. 


Pino Pampararo
g.pampararo@gmail.com


il Presidente UNIDI Gianfranco BERRUTTI: nel 2012 venduti più radiologici digitali in Italia che in Germania

Le interviste ai protagonisti del Dental Forum



1)   Gianfranco,   l' Industria  Dentale  Italiana, da sempre all’ avanguardia ,   è ben rappresentata  nel   settore delle nuove tecnologie digitali per studio e laboratorio?

Assolutamente. L’industria italiana è apprezzata anche e soprattutto nel settore delle nuove tecnologie dove, per alcuni settori, ha fatto scuola. Questo grazie ai continui investimenti nella ricerca e nella produzione di qualità.
L’odontoiatria è una professione giovane ed in continua evoluzione e l’industria italiana, come l’industria mondiale delle settore, sta guidando questi cambiamenti che, voglio ricordare, hanno come fine quello di migliorare la qualità delle cure ed ampliare le possibilità riabilitative in funzione della salute di pazienti.
Per fare solo un esempio si pensi ai cambiamenti radicali nelle possibilità di cura data dagli impianti endo-ossei.



2)        Gli studi e i laboratori Italiani  in fatto di nuove tecnologie sono allineati alla media degli altri paesi europei o  c’è ancora  per UNIDI  possibilità di crescita nel mercato interno?

La qualità dell’odontoiatria e dell’odontotecnica italiana non è in discussione e non a caso i nostri ricercatori sono tra i più apprezzati al mondo. Il nostro rapporto che annualmente presentiamo a Rimini ogni anno sull’andamento del mercato conferma che i dentisti e gli odontotecnici italiani utilizzano più materiali di qualità rispetto a quelli utilizzati dai loro colleghi europei. La crisi economia ed un sistema fiscale che non premia gli investimenti, soprattutto dei liberi professionisti, penalizza certamente il diffondersi non solo delle nuove tecnologia ma anche del naturale rinnovamento di attrezzature e arredi. Nonostante questo il mercato delle nuove tecnologie in Italia è buono. Secondo i dati FIDE l’Italia è il paese europeo con il maggior numero di radiografici digitali venduti: 7500 quelli venduti nel nostro Paese nel solo 2012 contro i 3.650 venduti in Germania.

3)        Compatibilmente  con   la situazione economica, UNIDI  ha preso iniziative per favorire la vendita del made in Italy  nel nostro paese e agevolare il credito  agli studi e ai laboratori vostri clienti finali?

Come UNIDI continuano a richiedere al Governo di estendere ai liberi professionisti lo stesso regime fiscale e gli incentivi per l’acquisto di attrezzature definito per le imprese. Questo è stata una delle richieste avanzate al On. Lorenzin incontrata a febbraio nella manifestazione a sostengo del settore organizzata dal Tavolo del Dentale a Roma. Invece come associazione degli industriali del settore dentale non possiamo intervenire sulle scelte commerciali dei dealer, coloro che hanno rapporti con dentisti e laboratori, in merito al credito. Comunque mi sembra che oggi il credito non sia il problema dei mancati investimenti da parte dei dentisti e laboratori, il vero problema è la mancanza di pazienti e su questo aspetto tutte le forze che rappresentano il settore dentale devono fare fronte comune e lavorare insieme. UNIDI su questo aspetto è ben presente e disponibile a mettere in campo le forze necessarie.


twitter@daviscussotto


mercoledì 25 settembre 2013

come cambia il lavoro dell' odontotecnico

Intervista  a Franco Schipani*



1  Franco  ritieni che la protesi moderna deve partire da una impronta digitale?

Osservando il continuo sviluppo della tecnologia nel nostro settore , direi che l'impronta digitale entro poco tempo sara' integrata nelle dinamiche di lavoro presso quegli studi , e laboratori che non hanno paura di farsi travolgere dal progresso. Tuttavia si rende necessario non fare passare il messaggio che attraverso una macchina , e nella fattispecie una telecamera intraorale da impronta , tutto sia piu' semplice , occorre essere consapevoli che come tutti i nuovi metodi , bisognera' passare attraverso una curva di apprendimento che sicuramente potra' risultare anche ostica per alcuni , in definitiva bisogna essere aperti verso il continuo sviluppo e la ricerca .



2  Ad oggi i risultati clinici ottenuti con una impronta digitale sono sovrapponibili a quelli ottenuti con la metodica classica?

I nuovi scanner intraorali iniziano  a farci vedere risultati interessanti , ed il loro campo di impiego ritengo essere la protesi su impianti .  Ancora pero' dire che sia sovrapponibile ai metodi classici di presa dell'impronta mi sembra un po' azzardato , nelle arcate si trovano ancora distorsioni importanti. Ma nei lavori di routine , piccole travate , quadranti , sicuramente i dati sono incoraggianti.

3 Per un laboratorio,  i tempi sono maturi per migrare  verso la tecnologia digitale?

Credo che dire che il digitale sia il futuro per il laboratorio odontotecnico sia ormai assolutamente superfluo, io ritengo che il presente gia' passa attraverso l'uso di software  che rendono il nostro lavoro decisamente piu' tecnico , chi ancora non crede nella tecnologia , temo che rimanga al palo , e considerando la difficolta' dei tempi in cui viviamo, direi che segnare il passo ora sia decisamente deleterio per quei laboratori che ancora si affidano alle tecniche classiche  faticando secondo me a soddisfare le nuove esigenze legate ad un servizio piu' efficiente e legato anche a quei nuovi materiali entrati prepotentemente nella quotidianita' grazie al CAD CAM.

*Franco Schipani
odontotecnico  titolare del laboratorio Sundent di Cesena  dal 1991.Allievo  di Uve Ziescthe  ed esperto  nella tecnica di passivazione Cresco System.
Esperto di CAD CAM ,   è tutor per l’utilizzo del software 3Shape.ed Exocad.
Socio  A.I.F.O  e  G.O.I.  Relatore in svariati eventi Italia e all’ estero.
Capo gruppo dei consulenti del progetto Nobil Metal-Sinergia.


lunedì 23 settembre 2013

da "ildentale.it" intervista a Franco Capelli direttore marketing di Sirona Italy

1) Dr Capelli, Sirona  nasce nel 2004 e ben presto è diventata il colosso mondiale   del “settore dentale” . Perché  questo  rapporto speciale con il nostro  Paese  e la scelta di operare  con una  Azienda autonoma, Sirona Italy?

Innanzitutto una precisazione: con la quotazione al listino Nasdaq di New York, avvenuta nel 2006, Sirona ha dato un nuovo impulso verso una connotazione “global”. La storia di Sirona, invece, inizia da molto prima, in quanto trae le proprie origini dal mondo Siemens, nascendo come brand indipendente nel 1997 con un’azione di spin-off del reparto che già allora si occupava esclusivamente di equipment dentale.     
Il mercato italiano è sempre stato di primaria importanza, prima per Siemens e successivamente per Sirona: la presenza di un numero elevato di professionisti con una qualità media molto alta ha determinato una richiesta significativa di apparecchiature innovative e di prestigio, segmento nel quale Sirona è leader. Oggi, il mondo dentale italiano continua ad esprimere queste caratteristiche, pur scontando un deficit significativo nell’introduzione di nuove tecnologie, in particolare quelle con una forte componente di utilizzo di software. Queste tecnologie richiedono un servizio adeguato in tema di formazione ed istruzione all’uso, da qui deriva la scelta di intervenire nel mercato italiano con un’azienda figlia, in grado di essere a fianco dei dentisti italiani in tutte fasi di scelta dei propri investimenti: a partire da prima dell’acquisto, per poter provare e testare in anticipo la corrispondenza di quanto offerto rispetto alle proprie esigenze, fino a dopo di esso, per essere certi di avere a disposizione un percorso di affiancamento all’utilizzo pratico.       
Questa mission è anche alla base la scelta di aprire filiali nelle principali aree del Paese:  Sirona, infatti, è presente con una propria sede a Verona (Headquarter), a Roma e fra pochi giorni anche a Milano. Inoltre, nel prossimo futuro prevediamo di aprire almeno altre due filiali in altrettante zone strategiche del territorio nazionale.



2) Quale è l'incidenza delle nuove tecnologie nello studio e nel laboratorio odontotecnico? Con quale tipologia di studio e laboratorio vi rapportate?

Innanzitutto, dobbiamo accordarci su cosa si intende per “nuove tecnologie”. Per semplificare, potremmo definire “nuova tecnologia” tutto ciò che richiede l’utilizzo di un software per compiere un’azione che a sua volta rende possibile un’applicazione pratica aggiuntiva rispetto alla consuetudine. Per chiarire il concetto, possiamo pensare alla radiografia digitale: l’acquisizione di un’immagine Rx mediante un sensore porta all’archiviazione automatica dell’immagine, senza rischi di dimenticanze da parte dell’operatore, con un chiaro vantaggio rispetto alla prassi tradizionale. In questo senso, il grado di incidenza delle nuove tecnologie è variabile in funzione delle scelte operate nelle singole realtà e può diventare molto alta, al punto da modificare radicalmente i protocolli operativi e, di conseguenza, l’organizzazione del lavoro. Pensiamo, per esempio, a quei laboratori odontotecnici che hanno deciso di passare totalmente al “digitale”, lasciando fuori dalla porta fonditrici, forni di preriscaldo e qualche volta persino le squadramodelli.
In questo senso, noi di Sirona ci rapportiamo con ogni tipo di Studio e Laboratorio, con un unico presupposto: che queste realtà abbiano la disponibilità a modificare una parte piccola o grande delle proprie consuetudini lavorative.           

3) Apparecchi come il vostro Cerec hanno creato uno scontro con le associazioni di odontotecnici che rivendicano l'esclusività della realizzazione della protesi anche in digitale per il timore di perdere una parte del lavoro. Timori fondati?

Penso che i timori possano essere fondati solo se e quando le persone vogliono “fermare il tempo”. Ogni momento storico offre opportunità diverse che talvolta si aggiungono a quelle precedenti, mentre altre volte le sostituiscono. Basti pensare a quando i progetti dei palazzi si facevano al tecnigrafo, disegnando con penne a china su innumerevoli fogli traslucidi: per ogni modifica si doveva grattare la china con il rischio di rifare tutto da capo. Certamente oggi non si è interrotta la costruzione di palazzi! Anzi, grazie ai progetti virtuali mediante software, si riesce a progettarli meglio e con maggior creatività  Sono spariti, quindi, i disegnatori? Alcuni si; altri hanno cambiato strumenti e hanno continuato a disegnare.
CEREC ha avuto il merito e l’onere di introdurre la tecnica CAD CAM nell’ambiente dentale e rappresenta un nuovo modo di risolvere i problemi dei pazienti. Un modo particolarmente efficiente e ricco di prospettive anche per il mondo odontotecnico. È chiaro, però, che anche in questo caso il prezzo da pagare è la necessità di cambiare il proprio approccio professionale, cercando di acquisire nuove competenze e strumenti da mettere a disposizione dei clinici. Molti odontotecnici hanno già iniziato un cammino in questo senso: basta leggere l’editoriale pubblicato in questi giorni dal Presidente di ANTLO, una delle organizzazioni più rappresentative degli odontotecnici, che stimola i propri colleghi ad alzare lo sguardo dal proprio banco di lavoro per individuare nuove prospettive.

4) Non pensa che la possibilità per il dentista di inviare il file dell'impronta digitale ad un centro di fresaggio gestito non necessariamente da un odontotecnico rivoluzioni gli equilibri, già deboli, nella filiera dentale? In protesi fissa l'odontotecnico sarà solo più quello che ceramizza mentre le strutture saranno realizzate dai grossi centri di fresaggio?

Certo, questo è senza dubbio un rischio presente: se l’unico obiettivo è l’abbassamento dei costi di produzione dei manufatti, i centri di fresaggio assumeranno un atteggiamento speculativo a scapito della qualità e, di conseguenza, l’odontotecnico sarà in balìa di un processo produttivo sul quale non potrà esercitare nessun controllo.
Per questo motivo, Sirona ha da sempre impostato la propria strategia assegnando un ruolo primario all’odontotecnico, offrendo sistemi che si adattano anche a piccoli laboratori e mettendoli così in condizione di entrare nel mondo digitale, calibrando gli investimenti in funzione delle proprie necessità. Siamo gli unici a permettere di progettare e produrre partendo da una licenza software del valore di poche centinaia di euro, per poi passare anche gradualmente all’acquisto di Milling Center perfettamente in grado di integrarsi, per caratteristiche e costo, in laboratori di  ogni dimensione.           
Anche la nostra proposta di impronta ottica pone il laboratorio odontotecnico al centro dell’operatività: i file generati dai sistemi Sirona non vengono indirizzati a un ente centrale o addirittura a un Milling Center; al contrario, vengono messi direttamente a disposizione di un network di odontotecnici attraverso il portale gratuito “SironaConnect”. 
Purtroppo, alcuni odontotecnici si fermano alla malposta critica verso Sirona in ambito CEREC, senza vedere che la nostra strategia tiene ampiamente conto degli interessi della loro categoria. 
 
 
5) Le nuove tecnologie Cad Cam stanno rivoluzionando il modo di esercitare l'odontoiatria, una evoluzione irreversibile?     

Questo è un dato di fatto: la tecnologia CAD CAM è già entrata in modo diretto o indiretto nell’odontoiatria. Tutto il mondo delle metodiche metal free si avvale ampiamente delle tecniche CAD CAM e molti laboratori offrono lavori basati su produzioni CAM anche per strutture metalliche. A questo aggiungiamo naturalmente i sistemi CEREC, che stanno avendo una diffusione sempre maggiore perché permettono la soluzione diretta di molti casi nella conservativa e nella piccola protesi, con grande beneficio per i pazienti in termini di qualità e tempo. Dobbiamo sempre più prendere coscienza del fatto che sono proprio i pazienti che alla fine determinano il successo o l’insuccesso di una tecnologia ed è quindi a loro che deve essere indirizzata l’attenzione di tutti gli attori in gioco quando si valuta l’impatto di nuove prassi. 
Se poi a questo aggiungiamo le già possibili integrazioni fra i sistemi CAD CAM e quelli basati su radiologia 3D, otteniamo un quadro che non potrà essere cancellato ed andrà ad arricchirsi di sempre maggiori possibilità.

6) Quali sono le novità che nei prossimi anni arriveranno sul mercato? Scanner, orale e da laboratorio saranno tra pochi anni uno strumento d'uso comune in tutti i laboratori e studi dentistici italiani?


Noi ne siamo convinti: l’impronta ottica è la base sulla quale impostare i processi, è la trasformazione del modo di interpretare l’odontoiatria e di conseguenza l’odontotecnica. Del resto, il “problema dei problemi” è sempre stato quello di trasferire fra studio e laboratorio tutte le informazioni inerenti il paziente, ricordando a questo proposito la complessità dei protocolli per lo sviluppo e il montaggio di modelli sull’articolare individuale. L’impronta ottica e tutte le applicazioni software che ne derivano rendono possibile un annullamento delle distanze - non solo fisiche - fra studio e laboratorio. Pertanto, nei prossimi mesi ed anni vedremo un arricchimento delle potenzialità legate al concetto che noi chiamiamo “Paziente Virtuale”, ovvero un ambiente software nel quale sono presenti tutti gli elementi diagnostici e dinamici che permettono la simulazione prima virtuale e poi reale di una riabilitazione dentale.       
I vantaggi di queste possibilità oggi sono già evidenti e noi di Sirona stiamo mettendo in atto tutto quanto ci è possibile per renderle disponibili in ogni realtà operativa.

per gentile concessione de il "ildentale.it"

domenica 15 settembre 2013

Tosco: software gestionale strumento clinico e di controllo di gestione

Interviste ai Protagonisti  del  Dental Forum:



Franco Tosco  Fondatore di Lessicom ed esperto di Organizzazione Aziendale applicata agli Studi Odontoiatrici.


Franco lo  studio dentistico efficiente e produttivo può oggi operare senza l’utilizzo di un software gestionale?

La questione del supporto informatico è relativamente complessa e ruota intorno alla domanda su quale programma scegliere. Molti dei prodotti “per odontoiatri” che si trovano sul mercato sono degli assemblaggi. Fanno alcune, o molte, delle cose che qualcuno (un dentista?) ha detto essere necessarie per la segreteria (fatturare, fare i preventivi, controllare le scadenze di pagamento, gestire un’anagrafe ecc.), per l’archiviazione di parti di cartelle (le radiografie, ad es.), per avere corrette risposte agli interrogativi sull’andamento economico dello Studio. Il programma assembla le risposte[1], ma non esiste un filo logico tra di esse. In altri termini, non si segue il processo o le procedure che lo studio organizzato intende seguire.



                                             


Il risultato è che spesso, quando si acquista un prodotto informatico, si è costretti a seguire il programma e ciò che pensava il programmatore durante il suo lavoro. Di conseguenza, si “organizzerà” l’attività dello studio su quella base. Soprattutto se a monte non esiste già un’azione di organizzazione dell’attività aziendale.
La scelta del programma (attrezzo indispensabile ad un certo stadio dello sviluppo dello Studio odontoiatrico) deve avvenire dopo che si è organizzato l’azienda, non prima. Le modalità di acquisizione di un risultato, o l’inserimento di un dato a un certo punto del processo, non sono azioni neutre, ma procedure vincolanti per gli operatori e quindi per l’intero sistema aziendale.
Organizzata l’azienda, si individua un programma che abbia un serio taglio aziendale, che sia sufficientemente elastico da potersi adattare alla visione della Proprietà e non viceversa, che fornisca risposte il più complete possibile; non delle “statistiche”, ma delle elaborazioni e sintesi concrete, funzionali al controllo e di reale supporto per le decisioni future che la proprietà dovrà assumere. Che possa, quindi, essere utilizzato sia come sistema di monitoraggio e di controllo della produzione e dei costi, sia come sistema di analisi e di elaborazione dei dati.









                        Davis Cussotto
            presidente ANDI Asti
            davis@lostudiodentistico.it






venerdì 13 settembre 2013

"il digitale oggi è parte integrante della professione odontoiatrica e odontotecnica" (R. Scotti)

Interviste ai protagonisti del Dental Forfum  2013:  Prof Roberto Scotti *





Ritiene che la protesi moderna debba partire da una impronta digitale?

La impronta digitale è solamente una parte delle possibili applicazioni delle tecnologie digitali a disposizione della professione. Le strumentazioni ad oggi disponibili consentono di rilevare impronte digitali soddisfacenti dellle arcate dentarie preparate per riabilitazioni protesiche su denti naturali e implantari. Rappresentano quindi sulla base della mia esperienza clinica la migliore soluzione per una procedura virtuale di una realizzazione di un manufatto protesico. Ulteriori proposte tecnologiche saranno a breve disponibili per semplificare la procedura di inpronta consentendo una maggior diffusione presso gli odontoiatri.


Ad oggi i risultati clinici ottenuti con una impronta digitale sono sovrapponibili a quelli ottenuti con la metodica classica?


I risultati delle valutazioni in vitro della impronta digitale sottolineano la elevata qualita e ripetibilità del dettaglio della procedura.  infatti vengono eliminati tutti i cofattori condizionanti il risultato di una impronta tradizionale  quali la scelta dei materiali e la loro lavorazione o le variabili legate al fattore umano. Per valutare i  risultati clinici sono necessari ulteriori studi  longitudinali che attestino la durata delle riabilitazioni in vivo di controllo.




 Per un laboratorio, uno studio  dentistico, i tempi sono maturi per migrare  verso la tecnologia digitale?


La tecnologia  digitale e ormai parte integrante della professione odontoiatrica e odontotecnica. L'applicazione dei sistemi CAD CAM alla odontoiatria ha rappresentato il mezzo per produrre manufatti protesici di elevato livello, standardizzandone la qualità e consentendo la lavorazione di materiali altrimenti difficilmente impiegabili.



*  Prof Roberto Scotti
Titolare della Cattedra di Protesi Dentaria del Corso di Laurea in Odontoiatria dell’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna. Direttore del Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche della stessa Università, dirige il Servizio clinico di Riabilitazione Protesica Orale e Riabilitazione Maxillo-Facciale. Si è laureato e specializzato presso l’Università di Torino, formandosi alla scuola del Prof. Preti. Nel 1983 ha passato un periodo di formazione presso il Corso Post-graduate di Protesi diretto dal Prof Kratochvil alla U.C.L.A di Los Angeles. Dal 1990 è Ordinario di Protesi Dentaria, sino al 96 presso l’Università di Ferrara, dal 1997 presso l’ateneo bolognese. È autore di oltre 200 pubblicazioni sulle principali riviste nazionali ed estere, di 3 monografie e di 5 Syllabi didattici per l’esecuzione delle esercitazioni simulate.
 


davis cussotto
presidente ANDI Asti
davis@lostudiodentistico.it





mercoledì 11 settembre 2013

Tosco: investire in formazione e nuove tecnologie

Interviste ai protagonisti del  Dental Forum 2013:

Franco Tosco Fondatore di Lessicom ed esperto di Organizzazione Aziendale applicata agli Studi Odontoiatrici.


Franco, la  situazione economica difficile deve indurci ad attendere a fare investimenti per migliorare la struttura?

La tipologia degli studi odontoiatrici mono professionali o associati, dal nostro osservatorio, si sta molto semplificando. Ci pensa la situazione economico finanziaria e sociale internazionale e nazionale.

Delle 3 grandi fasce in cui collocare gli studi:
- sopravvive quella più bassa che si gioca i pazienti che non possono attendere i tempi dilatati dell’accesso al servizio pubblico o che non pensano alla patologia orale come una malattia.
- vive bene quella alta, quella della qualità che mira all’eccellenza. Qui l’afflusso di clientela è in crescita significativa e proviene dalla fascia di mezzo, alla quale la classe più alta sottrae in maniera definitiva il pacchetto clienti. Sempre qui, l’aumento della produttività è significativa e talvolta importante, anche a due cifre.
- realmente in crisi è (o era) la fascia di mezzo, quello della realtà mono professionale con uno o due giorni dell’igienista, dell’ortodontista ogni 15 giorni o tre settimane, di un collaboratore endodontista magari cinque o sei ore a settimana. Magari due o tre assistenti che, a rotazione o a caso, svolgono la funzione di segreteria([1]).
Secondo noi è quella destinata in tempi medio brevi a scomparire. Anche per motivi anagrafici, concentrando in sé, in modo importante, una popolazione odontoiatrica con età più elevata e comunque superiore ai cinquant’anni. Sono professionisti la cui precedente esperienza relativamente facile non li ha allenati a immaginare o ad affrontare il cambiamento, condizione indispensabile per sopravvivere ora e riprendersi alla fine del periodo difficile. Non è il caso di richiamarsi al futurismo e a Marinetti, pensando alla crisi come ad una grande scopa del mondo che fa pulizia, ma è sufficiente richiamarsi a Darwin e alla sua selezione della specie. Sopravvivono i più adatti.





Ma chi ritiene di potercela fare, perchè in possesso di professionalità adeguata, o ritiene di dovercela fare, perchè ad esempio ha figli che devono subentrare nell’attività, allora deve investire. Ed è questo il momento di farlo. Investire sì, ma in che cosa?
Innanzittutto nel proprio Studio. Che significa poi scommettere e investire su di sé. Il proprio Studio deve essere dodato di tutto quanto serve per esprimere al meglio la professionalità del titolare, la deve esaltare. Quindi con tutte le attrezzature e le tecnologie più avanzate. Che naturalmente vanno mostrate e indicate ai pazienti perchè colgano il valore della qualità e facciano i confronti con le altre realtà che non le utilizzano. E con la formazione importante al corrispondente utilizzo da parte delle Risorse Umane di assistenza. Perche le RU formate prendono coscienza di sé, crescono in autostima, lavorano meglio, producono di più a pari condizioni e trasmettono la sensazione di serenità e qualità ai pazienti.
Se questo è un periodo in cui c’è in qualche studio una parziale flessione di accesso, quel tempo va impiegato per formare e studiare e prepararsi alla fine del tunnel. Perchè è comunque certo che il tunnel, se non ti siedi e lasci andare avanti gli altri, prima o poi finisce e se ne esce. E occorre essere preparati all’incognita che si troverà.





[1]) I liberi professionisti sono da valutare con particolare attenzione. La loro collocazione li pone in teoria tra coloro che non dovrebbero soffrire particolarmente in questo momento. Ma subiscono per contro una pesante selezione al loro interno, e ciò vale per tutte le aree professionali. Nella condizione socio-economica precedente anche professionisti di media capacità avevano comunque un loro mercato a cui attingere, il che permetteva loro di mantenere un trend di vita tranquillo. Ora, sotto la spinta della minore disponibilità finanziaria, tutti coloro che accedono all’attività dei professionisti (avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, architetti, medici, dentisti etc.) vogliono la qualità, vogliono il professionista di livello alto. Disposti anche a pagare di più, ma a fronte di risultati che durino nel tempo e che non richiedano, se non nella misura minore possibile, ulteriori interventi correttivi. Il nostro Paese ha visto proliferare una pletora atipica di professionisti in quasi tutti i settori di specializzazione, tale da non avere confronti con quasi nessuno degli altri paesi Europei. Ciò perché si mirava soprattutto a quelle professioni, pur disponendo di capacità medie, che garantivano una vita economicamente agiata o serena. Oggi si va alla selezione. I clienti si indirizzano verso la qualità e l’eccellenza: chi non è in questa fascia è destinato a scomparire. Per restare nel mondo odontoiatrico, in Italia il rapporto dentista-paziente è attorno a 1/800. Nella media europea abbiamo circa 1/2000. E’ nelle cose che in tempi medi il nostro “parco dentisti” si dimezzi.



      Davis Cussotto
      Presidente ANDI Asti
      davis@lostudiodentistico.it

martedì 10 settembre 2013

Callioni: modernizzare lo studio per restare competitivi

Interviste ai protagonisti  del Dental   Forum:

Roberto Callioni  past President ANDI  e Responsabile del Centro Studi ANDI 






Roberto   come  coordinatore del CS ANDI ad oggi che gradimento hanno le nuove tecnologie tra gli associati  ?

  Da recenti indagini del Servizio Studi risulta confermata la propensione dei dentisti italiani, seppur frenata dalla crisi economica e più in generale professionale, a rinnovare i propri studi soprattutto attingendo alle tecnologie più avanzate tanto in ambito clinico, diagnostico e comunicativo.
   





 Come vedi il futuro di  questo mercato  e della Professione?


 Sia ben chiaro, la Professione ha subito, ma la metamorfosi è ancora in atto, profondi cambiamenti. Come noto gli stessi hanno origini tanto endogene  e mi riferisco, uno per tutti, ad un' irrefrenabile e sempre più pronunciata nel futuro, pletora di esercenti. Uno squilibrio quindi tra domanda ed offerta anche in funzione della grave crisi economica che ha colpito  soprattutto il nostro Paese e che ha portato gli italiani a dover fare delle scelte in termini di "priorita'di spesa". Tutto ciò senza rinunciare alla qualità e tenendo conto di posizionamenti di costume sempre più esigenti.
    Il dentista italiano, se ancora non lo avesse fatto, deve ripensare profondamente al proprio modo di atteggiarsi a queste nuove situazioni.
    Per della poter rimanere competitivi è assolutamente necessario modernizzare i propri studi, sia sotto l'aspetto funzionalità clinica, che della sicurezza ma anche, da non sottovalutare, sul piano della comunicazione con i propri pazienti.. Purtroppo tutto ciò    comporta investimenti ingenti non certamente favoriti dalle penalizzanti normative fiscali cui è assoggettata la professione.
Tutto ciò è vero anche pensando ad una longevità professionale sempre più esasperata da un sistema di welfare oltre che previdenziale, carente per diverse cause e che vengono dal passato.
Anche l' aspetto del ricambio generazionale in questi ultimissimi anni, ha subito dei cambiamenti. Mi spiego meglio.
Se fino a poco tempo fa non facile era che i figli seguissero le orme odontoiatriche del padre, ora l'atteggiamento sembra cambiato in funzione del fatto che comunque in un settore quale quello delle Libere Professioni, fortissimamente penalizzato dalla crisi, l'ambito sanitario ed in particolare quello odontoiatrico, qualche risorsa ancora la riservano seppur molto lontana dai paradigmi del passato.
Insomma l'odontoiatria nonostante tutto, rinnovando se stessa, qualche chance ancora la offre, con i dovuti se e ma. E' una professione con un forte "potenziale di positivita' legato alla tecnologia".
Ma e' indubbio che serva molto, molto coraggio.Di tutto cio' avremo modo di parlarne in occasione del Dental forum.


davis cussotto
presidente ANDI Asti
davis@lostudiodentisico.it


domenica 8 settembre 2013

Tosco: "il nuovo mirato alla creazione di qualità e all' eccellenza"

Interviste ai Protagonisti del Dental Forum

Franco Tosco   Fondatore di Lessicom ed esperto di Organizzazione Aziendale applicata agli Studi Odontoiatrici.

Franco, dalla tua decennale esperienza di consulente del settore ritieni importante l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali nello studio dentistico?
                                                                

La domanda è certamente retorica. Investire oggi in nuove tecnologie e in nuovi strumenti digitali significa essere già in ritardo. L’ Apple II è del 1976, l’ IBM da tavolo compare nel 1981, , il Macintosh è del 1984. Sono passati tra 30 e 40 anni. Chi ha un’età attorno ai 35/40 anni è nata e convive con le tecnologie digitali. Chi ha meno di 15 anni le possiede tutte e le dà per scontate. Anzi, non immagina neppure un mondo in cui non c’erano, Che poi è il mondo dei loro genitori. Chi non ha nello studio questo sistema di attrezzature se ne deve dotare immediatamente. Altrimenti è superato dal tempo e dalla storia. E’ come un professionista che deve scrivere per mestiere e non usa il computer ma la Olivetti lettera 22.



Ciò non significa pensare di intasare le aziende odontoiatriche con elettronica in ogni dove. Nuove tecnologie e nuovi strumenti sono, appunto, strumenti e devono servire. Ben venga il nuovo, se mirato alla creazione della qualità che punta all’eccellenza. Ma la creazione di attrezzature e macchinari di nuova o futura generazione deve nascere dalla stretta e costante collaborazione tra chi ha la capacità tecnica di realizzarle e chi ogni giorno le sperimenta sul campo.

Oppure, riflettendo sulla risposta a nuovi bisogni che intercetta tra i pazienti, va alla ricerca di tecnologie e strumenti che magari non trova, perchè nessuno li ha mai suggeriti al produttore.



davis cussotto
presidente ANDI Asti
davis@lostudiodentistico.it

giovedì 5 settembre 2013

poter sceglire tra analogico e digitale in protesi clinica


Intervista  ai Protagonisti del Dental Forum



      Cesare Robello laurea  in Medicina e Chirurgia a Genova   Specialista 





 in    Odontoiatria   Protresi Dentale presso lo stesso Ateneo. 
  E’ socio attivo dell’Accademia Italiana di Conservativa, del Gruppo di Studio Italiano R.V.Tucker, Socio Effettivo degli Amici di Brugg, e dell’ American Academy of  Restorative Dentistry.  Lebero professionista  a  Genova.



1)    Cesare Ritieni che la protesi moderna deve partire da una impronta digitale?

 Il termine  " deve " mi sembra  ancora  troppo assolutistico. Sotto il termine protesi esistono trattamenti molto diversi tra loro, dalla corona singola su dente naturale o impianto fino ai casi complessi anche questi su elementi naturali e impianti. Sicuramente, per risolvere queste casistiche, e' giunto il momento di poter scegliere tra un' impronta tradizionale e quella digitale.  Non necessariamente il flusso di lavoro che parte  analogico  o viceversa  deve continuare in tutti i passaggi cosi'.  Ogni singolo step  effettuato in studio o in laboratorio puo' essere eseguito in  modalità analogica o digitale. E questo puo' avvenire anche nell' ambito dello stesso caso.

 2  Ad oggi i risultati clinici ottenuti con una impronta digitale sono sovrapponibili a quelli ottenuti con la metodica classica?

 Laddove si e' scelta l' impronta digitale direi che oggi il risultato si possa considerare sovrapponibile,  fermo restando che l' operatore ha il dovere di fare una buona impronta sia in un modo che nell' altro superando  tutte le difficolta' del caso.

 
3 Per uno studio  o un  laboratorio,  i tempi sono maturi per migrare  verso la tecnologia digitale?


 Il laboratorio a mio avviso e' quello che maggiormente deve essere attento a queste nuove tecnologie e dalle quali  dipendera' sempre di piu'. 


davis cussotto
presidente ANDI Asti


saremo in diretta streaming su   "ildentale.it"
locandina  dell' evento  su ANDI Piemonte




martedì 3 settembre 2013

La gioia di lavorare in team



Interviste ai Protagonisti del Dental Forum:

Erika Leonardi * consulente e formatrice, esperta di gestione dei servizi,   e scrittrice.
  
1)       Erika  da  decenni  ti  occupi  di qualità  nei servizi e  non sei  “nativa del mondo dentale”     pertanto  ci   puoi fornire una prospettiva diversa delle prestazioni odontoiatriche. Indossando “ gli occhiali della qualità” – utilizzo una  Tua espressione che mi piace tanto  -  quando un paziente si dichiara soddisfatto?  E  quali elementi  concorrono a creare il suo giudizio ?
Confermo: le mie esperienze nel campo dentale sono nel ruolo di ”paziente”, poco paziente!
Gli occhiali della qualità sono un suggerimento: osservare ciò che viviamo liberi da condizionamenti, ovvero con la lente pulita. Potremo fare nuove scoperte che possono dare l’avvio a concreti miglioramenti, a livello personale e nelle relazioni con gli altri.






2)       Cultura e  Professionalità  sono le direttive alle quali  devono tendere le aziende di servizi, è quello che leggiamo nei tuoi   articoli sul  “IlSole24ore”.  L’utilizzo delle nuove tecnologie come si inserisce in questo processo ?

Va visto come una grande opportunità nella consapevolezza che c’è sempre una “seconda faccia della medaglia”, che impone di avere una serena obiettività per non esserne dipendenti. Il padrone di tutto deve essere sempre l’uomo, che fa tesoro delle sue competenze al fine di valorizzare ciò che la tecnologia gli può dare.

3)       L’azienda come una “ jazz band”  è una  tua metafora di successo che si adatta per dimensioni alle microimprese in cui operiamo.  Come possiamo costruire un team affiatato ed efficiente?
Avendo la consapevolezza che le competenze della persona sono valorizzate dalle relazioni con gli altri. L’indicazione che proviene dal jazz è semplice: condividere le regole che portano ad un obiettivo, lasciando spazio alla personalizzazione. Nasce da qui la gioia di lavorare con altri.


Davis Cussotto
presidente ANDI Asti
davis@lostudiodentistico.it




* Erika Leonardi : Consulente, formatore e autore di testi sui temi legati alla gestione aziendale e dei servizi.
Ha progettato e gestito numerosi progetti in organizzazioni private ed enti pubblici.
È relatrice in convegni internazionali e nazionali, autrice di numerosi libri e di pubblicazioni su riviste internazionali ed italiane. I testi sono dedicati ai temi dello sviluppo manageriale e sono editi da IlSole24Ore, Sperling & Kupfer, Franco Angeli.
Nel 1994 con il famoso fumettista Bruno Bozzetto concepisce il Personaggio QB, protagonista di più serie di divertenti storie a fumetti create per avvicinare le persone al tema della qualità e della gestione del servizio. Nel 2003 crea il format di consulenza aziendale Azienda in Jazz, una metafora che aiuta a mettere a fuoco alcuni aspetti del lavoro in gruppo. Con una jazz band dal vivo propone temi manageriali, con una alternanza di musica e parole, nell’ambito di corsi di formazione, convention o incontri.
Nel 2011 nasce Life'n Jazz, spettacolo live in cui musica e parole invitano a prendere spunto dal jazz per star bene con se stessi e con gli altri.
Nel 2010, il suo impegno viene riconosciuto con il Premio Paolo Scolari 2010, conferito dall’UNI.
È del 2012 l’intuizione di una nuova metafora Management & Fotografia, nata per sollecitare nelle persone che lavorano in gruppo una visione coerente e coordinata del modo di lavorare.


lunedì 2 settembre 2013

la protesi del futuro nascerà da una impronta digitale?

continuano le interviste ai protagonisti del Dental Forum 2013




Giancarlo Faggiani* nasci come  titolare di laboratorio odontotecnico e dopo un ventennio di esperienza sei migrato nel mondo del  CAD CAM  lavorando  come project manager nel campo degli scanner intraorali diventando uno dei massimi esperti  nel settore a livello europeo.

Tutto questo perché  ritieni  che la protesi moderna deve partire da una impronta digitale?

L’impronta digitale sarà  sicuramente il prossimo passo , sia eseguita tramite scansione dell’impronta  sia  eseguita direttamente in bocca   con scanner intraorali .
I motivi per i quali questa tecnologia avanzerà sono già visibili  oggi ,
al momento solo per corone e ponti , con risparmio di tempo e miglioramento della qualità della ricostruzione.




Ad oggi i risultati clinici ottenuti con una impronta digitale sono sovrapponibili a quelli ottenuti con la metodica classica?



Si, al momento solo in corone e ponti , ma la qualità non è inferiore .
Inoltre l’impronta digitale permette al clinico la possibilità di affinare il risultato  della ripresa in tempo reale ,vedendo ed eliminando  immediatamente I possibili gap,  impensabile con il processo tradizionale .

Per un laboratorio, uno studio  dentistico, i tempi sono maturi per migrare  verso la tecnologia digitale?

Certamente , molti lo hanno già fatto , e la ragione dell’esistenza di un sempre maggiore  numero di Miling Center ne e ‘una conferma .
Oggi meglio di ieri è possibile approcciare a queste nuove metodiche
che ormai  hanno già più’ di  dieci anni di sviluppo mondiale .





Come si evolvono le competenze e come cambierà la professione dell'odontotecnico in un futuro non lontano?

 Per il clinico sarà sicuramente un aiuto prezioso in termini di rilevamento , analisi e scoperta , in quanto le cinematiche articolari con questi strumenti , sicuramente rileveranno nuovi aspetti .
Inoltre, lavorando con dati di immediato utilizzo,  ogni diagnosi acquista maggiore  predicibilità .
Riguardo l’odontotecnico , potrà  pianificare esattamente una ricostruzione per esempio estetica e  funzionale  , senza escludere l’una o l’altra , ma integrandole  finalmente , attingendo maggiori informazioni direttamente dal paziente in tempo reale  e migliorando sensibilmente la relazione  tecnico-clinico che sta’ alla base di ogni ricostruzione di successo.


davis cussotto
presidente ANDI Asti



Giancarlo Faggiani  *          
Dipl. Odontotecnico  nel 1982 IPSIA L.Orlando Livorno   , titolare di laboratorio dal 1988 al 2012 .
Ha collaborato con diverse  multinazionali dentali come tecnico consulente  , dal 2002 si e’ dedicato al Cad –Cam  dentale , nel 2012 ha fondato ADDENTSO una consulting company in Germania .
Trainer ufficiale Exocad dal 03/2011 , ha sviluppato e sviluppa soluzioni software in collaborazione con softwarehouse in Germania , Francia , Israele,  Korea e Stati Uniti . Consulente e referente Cad-Cam Nobil Metal SpA